Se usato nella sua forma più naturale, le canne intere o i semilavorati artigianali, offrono un ventaglio di proposte inesauribili.
Poter toccare con mano, lavorare il bamboo, anche per farne piccole cose di uso comune, è l’esperienza più semplice ed intuitiva per saperne riconoscere pregi e difetti e poter superare ostacoli di tipo culturale al fine di sviluppare fiducia, creatività, progettualità per un materiale sottoutilizzato. Il bamboo cresce rapido, nei paesi tropicali, leggermente più lento in clima temperato, ma è sempre più rapido del legno, non impoverisce i suoli, produce molto più ossigeno di un bosco di conifere.
Citazione: https://www.greenplanetnews.it/greenplanet/wp-content/uploads/2021/07/I_REPORT-ASSORBIMENTI-BAMBU_MODIFICHE.pdf Un bambuseto di 1 ha, con Phyllostachys edulis maturo e gestito con cicli periodici di taglio, preleva annualmente dall’atmosfera una quantità di anidride carbonica 36 volte maggiore rispetto ad un bosco misto di conifere e latifoglie: 275 t CO2/ (ha anno) vs 7,74 t CO2/ (ha anno).
Il bamboo naturale è salutare, non rilascia sostanze nocive bensì per la sua composizione ha proprietà curative, un esempio ne è l’alto contenuto di silicio.
Citazione “ silicio, colina, potassio, betaina, dalle possibili proprietà elastiche per i tessuti. Il silicio contenuto nel bambù si può dimostrare importante dal punto di vista alimentare, per il benessere cutaneo, per i tendini, legamenti e ossa. Il silicio presente nella pianta può aiutare ad incrementare la produzione del collagene, a combattere l’invecchiamento cellulare, stimolare e rafforzare il sistema immunitario, stimolare l’attività dei linfonodi, rafforzare i tessuti connettivi e le ossa.https://www.inversaonlus.it/bambu-proprieta-benefici-e-controindicazioni/
Lo smaltimento del bamboo non è inquinante, arricchisce la terra e se bruciato produce cenere con proprietà fertilizzanti e di indurimento del terreno